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lunedì 12 maggio 2014

il Parco giochi inclusivo: anche i bimbi "fuori standard" vogliono giocare!!!





Come deve essere un parco giochi  per bambini?
L'argomento non mi interessava un granchè, diciamolo, prima della nascita delle gnome.
...
Ok, lo ammetto, meno di zero.


Da quando è arrivata la Piccola Hooligan, ovviamente ci presto più attenzione, essendo l'area giochi il miglior alleato delle mamme, dove i piccoli unni si scatenano senza rompere alcunché in casa, sfinendosi a puntino in quel girone infernale costituito da quel paio di ore tra l'asilo e il momento della cena.
Fortunatamente qui nella mia zona ci sono parecchi giardini attrezzati, pubblici e privati (per privati intendo quelli delle parrocchie, degli oratori; quelli a pagamento tipo gonfiabili per me non esistono) ne prediligo uno piuttosto che un altro, ne evito uno perché ha la sabbia = delirio serale in casa che oltre a dover mettere in lavatrice la nana, mi tocca anche pulire casa, un altro perché i giochi sono rotti o malfunzionanti...
E fin qui...ordinaria amministrazione da mamma.
Ma da quando è arrivata Nina, quest'attenzione è completamente cambiata: nel primo anno di vita non abbiamo frequentato nessun giardino o area giochi a causa delle condizioni precarie di salute della Microba e dei suoi millemila impegni presso ospedali e centro di riabilitazione.
Poi ha iniziato a stare meglio e a gattonare, quindi il problema dell'accessibilità dei giochi mi si è posto solo marginalmente, anche se ho iniziato a vedere le cose con occhi decisamente diversi.
Sullo scivolo l'accompagnavo io (erano minimo 30 anni che non ci salivo....) appena ha avuto il controllo della testa è stato possibile metterla in una di quelle altalene per bambini piccoli, con le protezioni, per il resto si è sempre arrangiata da sola (non sono una mamma molto apprensiva, anzi: incentivo la tendenza a cavarsela da sole supervisionando le nane a distanza ed intervenendo solo quando mi chiamano).
Nonostante il ritardo motorio, Nina è sempre stata più o meno in grado di utilizzare quasi tutti i giochi, ma un bambino in carrozzina?
In effetti non se ne vedono mai. Ora che sono "nel settore", lo noto subito.
I rarissimi casi che ho visto ai giardini sono così gravi da non poter apprezzare la gioia del gioco ma vengono comunque portati "all'aperto"; gli altri probabilmente sono "giustamente" lasciati a casa... Portereste un bambino diabetico in pasticceria?
Certo che no.
E perché portare un bambino in carrozzina al parco, dove non può utilizzare o interagire con nessun gioco di quelli predisposti?
Per non parlare dell'accessibilità vera e propria: buche, erba, fondi sconnessi, in qualche caso ghiaia e sabbia. Basta avere un passeggino o un trolley per rendersi conto di quante barriere architettoniche ci circondino ancora.
Ma fortunatamente ora i tempi sono notevolmente cambiati, la visione della disabilità è diversa, i nostri piccoli "fuori-standard" non vengono più rinchiusi in istituti; in molti casi, salute permettendo, conducono vite quasi "normali", per cui tra una terapia ed un ricovero, ci si ritaglia anche lo spazio per una passeggiata o un pomeriggio di relax al parco.
E quindi perché non pensare ad un'area giochi per tutti?
Qualche Comune illuminato ci ha già pensato e l'idea del "parco giochi inclusivo" è già realtà, soprattutto nelle Regioni del nord Italia.
Ma di cosa parliamo?
Di una riserva per piccoli handicappati?
No! Semplicemente di scegliere delle attrezzature senza barriere architettoniche (ad esempio queste di Lappset) che possano essere utilizzate da tutti i bambini, anche quelli con una ridotta capacità motoria, visiva o percettiva.
Il che vuol dire, che questi giochi possono essere utilizzati senza problemi anche dai bambini "standard" insieme ai loro amici "fuori standard" riducendo un gap creato da adulti poco accorti.
Oltre ad alcuni Comuni, anche i cittadini si stanno muovendo, facendosi portavoce dei bisogni e dei diritti di tutti i bambini.
Ad esempio ci sono due mamme eccezionali, Claudia e Raffaella che si sono mobilitate per far creare un parco inclusivo anche nel loro paese, Santarcangelo di Romagna: hanno creato una pagina Facebook chiamata Parchi con giochi accessibili per tutti i bambini così ricca ed interessante e costantemente aggiornata che secondo me travalica il loro scopo e diventa la base per lo studio e la realizzazione di un nuovo modo di vedere le aree giochi per i nostri figli.
Tutto è nato da questo articolo di Claudia, mamma-blogger altamente sensibile alle tematiche sociali ed acuta osservatrice delle tristi realtà che ci circondano.


Che ne dite?
Facciamo conoscere a più gente possibile la possibilità di avere dei giochi inclusivi nei nostri giardinetti, affinchè TUTTI i bambini possano giocare?
Dai, so che siete splendidi e condividerete la pagina FB di Claudia e Raffaella ovunque.
Anzi, se qualcuno di voi Amici di Nina abitasse per caso in uno di questi Comuni dove è stato realizzato un parco inclusivo, magari può fare qualche foto da mandare alle nostre due super-mamme! :-)

2 commenti:

  1. Io ti adoro! Adoro il tuo modo di scrivere così ironico e serio al tempo stesso che non sai che ridere o piangere. Grazie mille per i complimenti a me e Raffaella. Effettivamente i progetti sono due anche se fortemente legati uno all'altro: 1. riuscire ad ottenere dei giochi inclusivi a Santarcangelo di Romagna. 2. Sensibilizzare le persone sull'importante realtà del parco giochi inclusivo che permette a tutti i bambini di far valere il proprio diritto al gioco! Direi che la pagina facebook sta raggiungendo lo scopo :-)
    4.000 followers in meno di due mesi!

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    1. E ci state riuscendo alla grande !!!
      GRAZIE !!!
      :-)

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