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lunedì 31 ottobre 2011

Esercizio Terapeutico Conoscitivo (ETC)

Oggi siamo andati al primo appuntamento con Fabiana, la terapista con la quale abbiamo deciso di intraprendere il percorso riabilitativo di Nina.
L'ho "scovata" casualmente girovagando sul web: cercavo un fisioterapeuta a Roma e mi sono imbattuta nel suo blog.
Leggendo ed appassionandomi al suo Diario di una Terapista ho pensato "Ti voglio per mia figlia !!!".
Detto fatto :-)
Ma che cosa è questo Esercizio Terapeutico Conoscitivo (ETC)???
Cerco di spiegarlo per come l'ho capito io....
Non è fisioterapia "classica" nel senso di manipolazioni, "manovre", esercizi fisici, movimenti, massaggi...
Si tratta di una specie di stimolazione sensoriale(visiva-sonora-tattile) per aiutare il bimbo ad avere "consapevolezza" di quelle parti del suo corpo rimaste in stand by per problemi neurologici di vario tipo.
Infatti il problema di Nina, non essendo di tipo meccanico e/o muscolare, ha bisogno di un approccio diverso dal generico "muovi-tira-molla-spingi-alza".
Il primo approccio con Fabiana è stato ottimo: mi piace il suo approccio etico, è molto disponibile e dolce, ci ha spiegato molte cose e dato dritte per agire anche a casa, creando supporti per la stimolazione.
Non vedo l'ora di sfogare la mia creatività :-)

Non so se sono riuscita a spiegarmi in modo chiaro, forse è meglio qualche riga scritta da Fabiana sull'ETC:

La differenza tra fare il terapista ed essere terapista è tutta lì: nell'incontro con il bambino, entrare nel suo mondo al suo stesso livello, sapendo di incontrare un essere unico, di essere di fronte a qualcuno di irripetibile, con le sue difficoltà ma anche con le sue possibilità da tramutare in capacità con l'aiuto della mediazione terapeutica, di modo che la terapia tiri fuori il meglio che questi bambini possono essere, lavorando su quella che Vygotskij chiamava area di sviluppo potenziale, e non il peggio, con pianti, urla, strilli, apatia.

E' necessario stabilire obiettivi precisi, che tutti possano valutare nella vita quotidiana (l'obiettivo effettua la flesso estensione del gomito non serve a niente, se la flesso estensione non viene utilizzata per fare una carezza alla mamma, prendere un gioco, andare a toccare un gatto per sentire com'è peloso), e specificare come si intende raggiungerli ed in quali tempi.

Non si può fare i terapisti. Bisogna esserlo, e per essere terapisti occorre costruire un'interazione assolutamente specifica, ed esercizi che vanno bene non per la tetraparesi, non per il livello di sviluppo tal dei tali, ma solo ed esclusivamente per Livia, per Michele, per Tiziano, per Flavio. Perché se si vuole curare la persona, e non la malattia, la riabilitazione deve passare dall'essere un problema medico, ad essere un problema etico. Perché dietro ad ogni approccio c'è una visione dell'Uomo: se la visione generale è di stampo meccanicistico, dove la persona non è più persona, ma numero, patologia, assenza di capacità, questo è un problema riguarda tutti, e non solo chi ha avuto in dono dalla sorte un bambino speciale.

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